Ci può essere un momento, nella vita, in cui esplode il bisogno di guardare in faccia le proprie radici.
L’infanzia, la famiglia di origine, gli anni giovani”.
Renato Romano, prigioniero di una sorta di malattia della memoria che lo condanna a ricordare tutto, compone, in ventotto brevi racconti, le amicizie, i sentimenti, la spinta all’impegno politico del bambino degli anni ’60 e del ragazzo degli anni ’70.
Un delicato e schietto romanzo di formazione. Gravido di commossa ricerca delle radici e di divertita rievocazione di anni complicati e bellissimi.
Renato Romano, è nato a Balsorano, un paesino dell’Abruzzo, nel 1959.
Ha vissuto a Sora (FR), fino a vent’anni. Poi a Roma. Quindi a Trieste. Da qualche anno, un po’ a Roma e un po’ a Trieste. Ma prevalentemente a Roma.
Lavora al Ministero della Giustizia, come Direttore generale.
E dipinge.
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