Chi di noi non ha fatto un viaggio organizzato e guidato da una
accompagnatrice? Il libro parte da un’ottica nuova sul
viaggio, quello dell’accompagnatrice, che svolge un lavoro bellissimo, ma faticosissimo, perché richiede impegno, serietà,
cultura, forza fisica, capacità di adattamento, prontezza, capacità risolutive
immediate, di cui, peraltro, Maura è dotata, come dimostra la lettura del suo
“Diario”, che non è assolutamente autobiografico, pur riflettendo una parte
della vita di lavoro di Maura, che è innanzi tutto una professoressa di lettere,
come traspare dalla lettura piacevole e piana del suo scritto, arricchito da
alcune citazioni, che rimandano al mondo della classicità, latina e greca, alla
grande letteratura italiana.
Come a scuola, così sul bus, Maura vigila ed ascolta alunni o partecipanti al
viaggio. Entrambi si rivolgono a lei insegnante, che diventa una psicologa.
Il “Diario” non è assolutamente una guida turistica, non cede a descrizioni di
monumenti o di paesaggi e, se si abbandona, la scrittrice lo fa soltanto per
completare le sue osservazioni o per esprimere il suo stato d’animo.
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